In occasione della dodicesima giornata del contemporaneo, vi parlo di una delle ultime mostre che hanno inaugurato a Milano.
Si tratta di Maybe Metafisica, la prima personale in un’istituzione pubblica dell’artista francese Marc Camille Chaimowicz, a cura di Eva Fabbris e con la direzione artistica di Edoardo Bonaspetti. L’istituzione in questione è la Triennale di Milano, che dedica una parte del piano superiore a questa esposizione estremamente evocativa.
L’artista lavora in stretto contatto con il luogo che lo ospita, ispirandosi in particolare ai Bagni Misteriosi – la fontana datata 1973 e restaurata recentemente di Giorgio de Chirico. Chaimowicz ama infatti rifarsi a figure carismatiche che lo hanno influenzato nel corso della sua carriera, come Jean Cocteau, Jean Genet e Gustave Flaubert. E proprio dalla riflessione sul maestro italiano nasce il titolo della mostra: Maybe Metafisica.
Lungo il percorso si possono osservare due sezioni chiaramente distinte: una dedicata alle opere più tradizionali (ceramiche e disegni), una concentrata sul rapporto tra arte, architettura e spazio, sulle possibilità abitative.
Fin dagli anni Settanta, infatti, Chaimowicz è uno dei precursori della commistione tra media, personalità poliedrica capace di accostare tecniche tradizionali a modalità operative allora non così diffuse, come la performance e l’installazione.
La mostra allestita alla Triennale di Milano è un piccolo compendio di quello che è stato e quello che ancora questo artista può dare. Forse non soddisferà la curiosità di chi non conosce l’autore, ma è certamente un punto di partenza per approfondire la figura poco conosciuta in Italia di Marc Camille Chaimowicz.
Maybe Metafisica
mart. – dom. h 10.30 – 20.30
fino all’8 gennaio